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sabato 3 agosto 2013

IL CALLO.

Quella sera il locale era affollatissimo,non un posto libero.Appena uno si liberava,veniva subito occupato.Era un ristorante di fama,sia per  la cucina che per il servizio.E ad uno dei camerieri ai tavoli,faceva male un callo.Al mignolo del piede sinistro.La scarpa lo torturava atrocemente e lui,lui doveva essere gentile con i clienti,doveva sempre sorridere ai clienti,rispondere gentilmente per ogni loro richiesta.Era la regola aurea del Locale.Ma quella sera era un inferno.Servì la zuppa di pesce a quella coppia anziana del tavolo cinque,e dovette rispondere alla vecchia e querula signora,che componeva la coppia di clienti,a tutte le sue domande.Se il pesce fosse fresco,che tipi di pesce componevano quella zuppa,per cui il locale era noto,che vino ci dovevano abbinare,di che pane fossero i crostini da intingere nel brodo.Insomma un mucchio di domande,sparate da una voce gracchiante,cui dovette assoggettarsi a rispondere cortesemente,con un sorriso "verde"stampato sulle labbra,che cercavan d'essere il più accomodanti possibile.Così per tutta la sera.Un purgatorio, anzi un inferno.Alla fine la cucina chiuse e pian piano,molto piano per lui,i clienti sfollarono.Era l'una passata quando finalmente zoppicando con i suoi piedi piatti,se ne tornò a casa.La moglie per fortuna,dormiva da un pezzo,e lui spogliatosi,potè andare in bagno,a fare un pediluvio ristoratore.Acqua calda e bicarbonato.Si guardò il piede,il mignolo di quel piede sinistro con il minuscolo "occhio di pernice",che lo aveva fatto impazzire tutta la sera.E si che c'era andato dalla podologa.Diceva d'averlo estirpato.Ben ottanta Euro gli erano costate quelle due sedute.Ma era tornato ancora,piccolo e feroce.Sarebbe dovuto andare in sandali al lavoro,ma per etichetta ,non si poteva.A lui,quel lavoro serviva e poi era un tipo professionale.Soffriva in silenzio,non godendo neanche delle cospique mance,che il lavoro gli rendeva.Ora,il bestiale pulsare del CALLETTO,si era attenuato.Ora il dolore non saliva più dal pede per esplodergli nel cervello.Ora.Adesso,non prima in sala!.Maledetto callo.S'infilò nel letto silenziosamente per non svegliare la moglie e si addormentò di schianto,distrutto.E sognò.Sognò d'essere ad una "convention" di camerieri,dove venivano assegnati dei premi per la capacità  dimosrtata sul lavoro.Premi enormi,colossali, a richiesta del vincitore,premi che solo in un sogno si possono vincere.Al primo fu chiesto cosa desiderasse :"Un milione"disse questi.E gli fu dato un milione!Al secondo che si presentò fu fatta la stessa domanda :"Un'auto sportiva,veloce,di gran marca!" .E se ne partì su una potente Porche.E così di seguito tutti furon accontentati, finchè arrivò il suo turno.Il mignolo aveva ricominciato a fargli male e non seppe dire altro :"Che mi passi il male!".Era stato l'ultimo ,e la giuria assegnatrice dei premi gli sorrise,senza proferire verbo!Che scemo sono stato pensò,non ho chiesto nè denari,ne macchine,niente di niente.Il mio cervello è piatto,come i miei piedi!Si svegliò al mattino.La moglie era a ciabattare in cucina.Si sedette sulla sponda del letto grattandosi la crapa e guardando il piede sinistro.Quel maledetti callo.........Dov'è?Non c'è più,scomparso|!Miracolo|!Il malefico occhio di pernice se ne era andato,non rimaneva alcun segno.Palpò e ripalpò il mignolo del piede.Un normalissimo dito di piede,senza segno alcuno del callo.Si alzò pimpante  e andò a bere il caffè,contento più che se avesse vinto un milione,più che se gli avessero regalato la Porche.La vita tornava a scorrere serena per il cameriere.

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