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lunedì 5 settembre 2011

PASSATA E' LA TEMPESTA.

Passata è la tempesta.Ma la vita non riprende come nella poesia del LEOPARDI.Non sento "augelli" cantare, galline.Neanche artigiani sull'uscio vedo.Non ci son più.Gli uccelli son muti,le galline si trovano appese ai ganci della catena di "smontaggio" dell'AIA,il carrettiere non riprende il suo viaggio.Lo ha sempre continuato,anche sotto il diluvio.E' un carretto chiuso,non a trazione animale,ma meccanica,che non si ferma mai.Non c'è respiro.Non spaventa,non rinnova,neanche più la furia degli elementi.Finito il temporale non c'è più quel senso di rinnovo.Non c'è "La quiete dopo la tempesta".C'è sempre questa monotonia,quel senso di disagio,che permea la società odierna,che non vuole concedersi un attimo di sosta.Son passati gli anni dalla stesura della Lirica,ma i tempi son peggiorati.anche se già d'allora il POETA si rendeva conto della Natura Matrigna.Lui incolpava la NATURA,la sorte,il destino dell'infelicità umana,anticipando la gioia come una situazione anomala,l'intervallo tra due dolori.Forse invece,la colpa è in noi,solamente in noi che non sappiamo approfittare della nostra permanenza terrena e pretendiamo solo cose per il corpo e quasi mai nulla per la mente.Non ci accontentiamo mai e vogliamo andare sempre più avanti,arrivare sempre prima.Ma dove,ma quando se già tutto è stato prefissato.Dove vogliamo arrivare se siamo in un sistema finito.Perchè arrivare prima,per aspettare?Tanto il tempo che ci è concesso non cambia,rimane quello sanzionato dal destino.Non lo possiamo diminuire aumentare.quindi è meglio,sarebbe meglio,non affannarsi ed aspettar fuor dall'uscio,lo schiarire del tempo,dopo la tempesta.Magari fischiettando.

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