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mercoledì 31 luglio 2013

IL RIGATTIERE. (racconto breve di vita vissuta)

Stavano per scadere gli anni 50.Sarebbero arrivati i 6o e con essi la fine di un'era.Nulla sarebbe stato più come prima.Il Boom avrebbe spazzato via un mondo e con esso anche la maniera  di viverlo,di vivere la prima gioventù che non sarebbe mai più tornata per noi che eravamo ad un passo dalla pubertà nè sarebbe più stata simile alla nostra per quelli che ci avrebbero seguito.Allora,tutto il denaro di cui potevamo disporre,era la paghetta,la mancia domenicale che ci sarebbe appena servita per il cinema parrocchiale.Niente soldi per il Mcdonalds,che tra l'altro non esisteva,niente soldi per giocare in Sala giochi,che tra l'altro non esistevano.Niente di niente.Solo casualmente i soldi,10 lire,per le gomme americane,che tra l'altro erano quelle "nostrane",perchè i veri Chyclets costavano troppo,o i soldi per una fettina di cocomero sulla stecca di ghiaccio, l'estate.Ma tant'era,non ci lamentavamo,anzi cercavamo in qualche maniera di guadagnare qualche decina di lire,cercando ferri vecchi da vendere.Eravamo la solita piccola combricola,nata e cresciuta all'ombra del campanile e stavamo percorrendo una via del quartiere.C'era un palazzone da parecchio sgomberato,che oggi è diventato di pregio.Ristrutturato ospita oggi una clinica per analisi mediche,e ai piani alloggiano probabilmente membri di una agiata borghesia.Allora era fatiscente ed allo sgombero seguì anche l'inchiodatura del portone d'ingresso con assi messe di traverso.Ora,le assi erano state schiodate,qualcuno c'era entrato a curiosare ed il malandato portoncino era semi socchiuso.Caspita che occasione!Poter "esplorare" quel palazzone che le leggende dicevano infestato dagli spiriti.Ma eravamo in pieno giorno e si sa,i fantasmi arrivan dopo mezzanotte.Il Sergio disse "ci vuole una pila",io a casa ce l'ho.
Si fiondò a casa,poco distante,a prendere la piccola torcia a batteria di suo padre mentre noialtri aspettavamo inquieti davanti l'uscio semi aperto.Entrammo,in fila indiana,rincuorandoci,facendoci coraggio l'un con l'altro a suon di battute.Con i fantasmi non si scherza sapete.Andammo  prima ai piani superiori.Poi a mano a mano,in quelli sotttostanti.Entrammo in tutte le stanze trovando solo la desolazione dei luoghi che una volta erano stati abitati e che adesso erano abbandonati.Non c'era niente,solo ragnatele e polvere,nonchè qualche colombo che frullò via chissà dove,entrato da chissà dove,che ci fece battere il cuore per lo spavento.Niente,niente di recuperabile,niente fantasmi.Il palazzone aveva ed ha, un cortile interno che serviva da cavedio per dare luce ed aria alle facciate interne.E nel cortile l'accesso alle cantine.Discendemmo.La porta delle cantine era spalancata.Un unico grande vano,illuminato da una luce a grata del cortile interno.Ed ecco il "TESORO"!Decine e decine di bottiglie ,di quelle buone,di quelle con il culo,dicevamo noi,di quelle che venivano riusate se sane,per reimbottigliare.Bottiglie ricoperte da un velo di polvere,ma sane ,accumulate nel tempo e poi abbandonate.E pacchi di annate della Domenica del Corriere,pacchi e pacchi,con il suo bravo velo di polvere sopra anche loro.Dulcis in fundo,il valore più grosso.Alcuni bossoli in ottone,dell'antiaerea,dell'ultima guerra!Non ferro vecchio,ma ormai opachi bossoli di ottone,che valevano il loro peso 10 o venti volte il misero ferro vecchio. Ma come si fa a trasportare tutto?Il Bepi ha un carrettino,a mano,disse il Giorgio.Ce lo impresterà vedrete.Andiamo a chiederglielo.Ce lo impresterà di sicuro,lui conosce mio padre.Corremmo dal Bepi e fummo fortunati,per quel pomeriggio, il mezzo non gli serviva e ce lo imprestò con mille raccomandazioni di riportarglielo sano.Ci campava lui con quel trabiccolo,facendo piccoli traslochi.Non c'erano mica tutti i furgoni di oggi,in circolazione allora.Era una intelaiatura di una rete da letto a una piazza.Con un asse di ferro con due ruote di vecchia bicicletta.Un pianale d'assi avvitato sopra ed un manico per il traino manuale. Un miracolo d'alta ingegneria d'altri tempi.Grezzo ma efficace.Facemmo quattro viaggi caricando tutto per portare la roba dal rigattiere di zona (El strassarol detto alla Veronese).Per ultimi i bossoli dell'antiaerea sparati,avvolti in una tela incerata che avevamo trovato in un angolo. Perchè nessuno vedesse il tesoro.La signora,la vecchia signora che teneva bottega,ci squadrava continuamente ,tenendo tra le labbra uno stuzzicadente e aggiornando la bilancia a bassa cuna ,mentre pesava prima la carta,i pacchi di giornali.Poi,mentre le si accendevano gli occhi i bossoli d'ottone.Infine contò tutte le bottiglie che avevamo trasportato senza romperne una,col carretto,in vecchie casse per patate,che avevamo trovate anch'esse nella cantina.210 bottiglie,i bossoli,la carta ,48oo lire.QUATTROMLA OTTOCENTO LIRE CAPITE!?Un capitale,un sacco di soldi.ed eravamo solo in quattro a doverceli spartire.Che fortuna,che incredibile colpo di fortuna!Ci ritrovammo in un baleno ai giardini a spartirci il malloppo."Io mi compero un coltello da scout",io un modellino,anzi due,di aereoplanini da costruire, quelli dell'Airfix.Io le racchette del ping-pong,son stufo di giocare con quelle scassate del Prete.Ognuno poteva realizzare un piccolo grande sogno quel giorno."Fermi ragazzi,disse Alberto,ci dimentichiamo una cosa importante,le cicche!"Si ,si le sigarette,quelle americane stavolta,non quelle misere Nazionali sciolte, in un pacchettino di carta.Un pacchetto intero di americane!Certo,ma che comperiamo?KENT,disse uno.No North Pole disse an'altro.San di menta!No,Luke Strike,disse il Sergio-No,Pall Mall dissi io.Certo le Pall-Mall,son senza filtro,son più lunghe e durano di più!E via a comperare le bionde americane,ed anche 10 mentine per camuffare l'alito per il ritorno a casa.Eh lo sapevamo che le mamme sospettavano!Ci recammo giù all'Adige,in Giarina,protetti dai piccolo portici,a fumare.Si a fumare,diremo a fare fumo,perchè allora non le respiravamo le cicche.Servivamo per darci un tono,farci sembrare più grandi.Ci sentivamo come TeX Willer,l'eroe incontrastato dei fumetti Western,disegnato con la sigaretta in bocca,seduto al falò per la notte nella prateria.Il Giorgio si appoggiò al muro del muraglione,con la cicca a penzoloni tra le labbra,stile Humprey Bogart,dei film americani.Io tossivo ma spipacchiavo contento.Che avventura ragazzi quel giorno ,da ricordare per tutta la vita.E di fatti così è stato ed ancora ci ridiamo sopra,ancora ci rivediamo con i Jeans arrotolati a risvolto,le tintinnanti monete in tasca,e tanti sogni,tantissimi sogni nel cassetto.

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