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sabato 14 giugno 2014

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI.

L'ho vissuta anch'io quella fatidica notte.In un tempo lontano,prima della riforma scolastica,prima del fatidico cambiamento del 68.La camicia,la giacca,i pantaloni stirati,pronti per il mattino.il toccasana immancabile per mitigare l'agitazione :"la camomilla".Per noi,studenti del proletariato,che non avevamo il supporto cognitivo dei genitori,per noi "o che la va o la spacca",è stata forse la prima prova che ci ha segnato veramente la vita.Prendere il DIPLOMA era un punto d'onore.Figli di operai appena alfabetizzati.Dovevamo dimostrare d'essere all'altezza per giustificare il riscatto generazionale.Ci sentivamo oberati da una responsabilità,una responsabilità che adesso può fare anche ridere,ma che allora,ve lo assicuro era veramente sentita tale.Non mi spaventava la prova d'Italiano.Sapevo che quella per me era una quisquilia.Le materie letterarie,italiano,storia e diritto non mi facevano paura.Era la prova dell'esame di Meccanica,di Tecnologia,di disegno che  erano l'incubo di noi studenti dell'istituto Tecnico Industriale.Non c'erano Bignami riassuntivi per queste materie.Le formule applicative o te le ricordavi "tutte" od eri spacciato.Non potevi usare il manuale del Perito o dell'Ingegnere.Era tassativamente proibito.E così giù foglietti,zeppi di formule di trigonometria,di fisica,di meccanica applicata.Nascosti in ogni dove,nelle scarpe,dietro la cravatta.Bigliettini che sapevi non avresti mai avuto il coraggio di consultare durante la prova scritta,ma che ti consolava saperli con te.E poi gli orali.Lì non potevi mica barare.Non potevi consultare di nascosto i piccoli papiri che portavi con te,come talismani.Non eravamo eroi,solo dei poveri ragazzi impauriti,che speravano di passare l'ESAME DI STATO,per ottenere il fatidico pezzo di carta,che ci avrebbe spianato la vita.questo almeno,il pensare,la speranza di allora.E passai l'esame.Con fatica,ma lo passai.Un mese dopo ero al lavoro.Dapprima come tirocinante in tuta d'operaio,due mesi dopo,come perito,Capo Reparto!Che culo ,mi feci gente!Sessantamila al mese per un impegno indefesso,attento a non sbagliare e a non cadere nelle trappole che immancabilmente gli operai ti tendevano,sperando di coglierti in fallo,per dimostrare che alla fine non eri tanto più bravo di loro.Ce la feci,ce la feci a conquistarmi la stima dei  miei sottoposti.ce la feci sempre ma che ci ho guadagnato?Una vita da PERITO,con una misera pensione alla fine della carriera.Ma ce la feci e mi sentivo anche importante.Vorrei che fosse così per tutti i giovani che oggi son alla ricerca disperata di un lavoro,un lavoro qualsiasi.Ma il ricordo della notte prima degli esami,non se n'è più andato-Nei miei sogni di di uomo oramai attempato,a volte ritorna ad agitare ancora le mie notti.Che balzo indietro nel tempo.E che delusione risvegliarmi e constatare che era solo il sogno di una lotta giovanile,di una gioventù che non tornerà mai più!

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