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mercoledì 24 giugno 2015

PICCOLO GRANDE MOTOM.

Nell'era in cui tutto se non è grande e spropositato,sembra non valer niente,specie nel campo dei motori,mi sovviene una perla dell'ingegno motoristico italiano,il piccolo grande MOTOM!Era,una motocicletta fantastica,una piccola motocicletta senza targa,solo 48 cmc di cilindrata,dalla linea sgraziata ed originale,che oggi sarebbe oggetto di "cult".Ma era un motore formidabile,un quattro tempi generoso ed inesauribile.Una motocicletta da paesani,che trasportava i braccianti agricoli delle campagne ai convertiti lavori di città,come stava imponendo il crescente boom economico degli anni 5o e 6o.Una moto per buzzurri sembrava,per chi aveva poco da spendere,a confronto dei sofisticati scooter,che facevano tanto dandy i figli di papà.Una motocicletta da plebe,con legato al serbatoio cilindrico inclinato il piccone e il badile.E così il brutto anatroccolo motociclistico ha trasportato migliaia e migliaia di lavoratori dai paesi alle zone industriali della citta,ai cantieri edili cittadini,a poco costo.Sopra tutto ne ha permesso lo spostamento e l'arrivo in orario sul luogo di lavoro.Poi è divenuto demodè il MOTOM.Troppo proletario,troppo sgraziato.Non ha retto all'aumentare smodato delle cilindrate,alle cromature ed alle velocità delle moto dagli occhi a mandorla.Ed è andato in pensione.Dopo aver servito i papà che han allevato i figli,con il suo ausilio,i figli non l'han più voluto.Troppo piccolo,troppo lento,troppo brutto.E così mestamente,il piccolo motore si è ritirato,lasciando il posto ai giovani e rombanti più palestrati motori.Addio piccolo  e generoso genio della meccanica casereccia,addio,ma ti sei conquistato un posto imperituro nella memoria di tante persone.Cosa che nessun mezzo moderno avrà l'orgoglio di poter vantare.

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