Eravamo alla metà degli anni cinquanta.Il mondo per noi ragazzini di allora era limitato al quartiere.Ogni giorno che passava,un passo in più dal nostro raggio d'azione esplorativo,ci faceva scoprire meraviglie,eravamo avidi di nuove scoperte geografiche.Figuriamoci,quando la Parrocchia organizzò una gita in montagna,a Passo Rolle,per i giovani della comunità.La MONTAGNA,sempre sentita nominare,ma mai vista per la maggior parte di noi.In CORRIERA,sulla quale non eravamo mai saliti!Le corriere le vedevamo andar e venire tutti i giorni.C'era la nuova autostazione di fronte la chiesa,proprio per i collegamenti con le località di montagna della provincia,ma un viaggio così ,fuori provincia,fuori regione era un sogno.L'eccitazione ci prese tutti all'annuncio tanto che molti di noi non ci dormirono aspettando il fatidico giorno della partenza.Ed arrivò l'agognata data.Ci ritrovammo tutti i maschi della parrocchia,che frequentavano il catechismo,dalle elementari ai corsi per quelli di età più avanzata denominati aspiranti,alle sei del mattino,sul sagrato.Il capo gita era il Curato d'allora.Il Parroco era anziano,un uomo dell'ottocento e probabilmente non se l'era sentita di guidare per un giorno interno,quella smaniosa masnada.Il Curato,un prete massiccio,poco più che trentenne,alla don Camillo,per intenderci oggi,era assai più idoneo ad incaricarsi del compito.Ed ecco comparire la mitica Corriera.Un corrierone,grigio ed azzurro,di quelle col muso lungo che c'erano allora.Tutti a bordo.Una sessantina di ragazzi,da accomodare su sedili e strapuntini,che riempirono completamente ogni vano disponibile.Tutti con il loro bravo cartoccio con le cibarie,sottobraccio.Non c'erano zainetti allora,nè sacche o marsupi.I più attrezzati avevano qualche sgangherato vecchio zaino militare,ricordo della guerra del papà o di qualche altro parente.Partimmo con le raccomandazioni di stare attenti,a tutto,dei genitori,sopratutto delle mamme dei più piccoli,che vedevano per la prima volta i loro pargoli,allontanarsi da "soli",dall'ombra protettiva del campanile.Per le prime due ore,il Corrierone rimbombò di canzoni di montagna,urlate a squarciagola,fino a sfinirci all'attacco dei primi contrafforti trentini,in salita.Le strade erano bianche ed il corrierone lasciava dietro di se una scia fumogena impressionante.Poi vennero i primi inconvenienti.Ragazzini,me compreso,mai saliti su un torpedone,ad affrontare i tornanti di montagna!Ci prese ,quasi a tutti,il mal d'auto e vomitammo a turno,anche l'anima.Ma che importava,andavamo in montagna.Dicono che la memoria inganni,che ci fa apparire le cose diverse da quel che sono state in realtà.A me non sembra così-A distanza di parecchi decenni,rivivo ogni momento di quella gita,così vividamente,che mi par essere stata ieri.Eravamo,quasi ormai a Passo Rolle,quando la strada,ai cui lati v'erano ancora montagne di neve,ci fu attraversata da un branco di CERVI.Immaginatevi la meraviglia.Maschi dal grande palco di corna e femmine.Non mi è mai più capitato di vedere un cervo in libertà e pertanto conservo ancora l'immagine fiera di queste meravigliose bestie che attraversano tranquillamente la strada.Non corsero pericolo,tanto più che la corriera musolungo arrancava.Ed arrancò fino a fermarsi proprio in prossimità del cartello stradale che indicava la località. PASSO ROLLE.Scendemmo,e i più grandi,Curato compreso,dietro a provar a a spingere.Musolungo sbuffava e fumava,tanto che l'autista decise di lasciarla riposare .L'acqua bolliva nel radiatore,per cui la sosta fu d'obbligo.Eravamo al limitare di una pineta e ci sfogammo a palle di neve e a succhiar ghiaccioli che abbondavano.C'era poco distante un albergo,sul cui piazzale adiacente si ricoverò il mezzo,mentre noi sciamavamo su un intonso campo di neve,ancora intatto,servito da forse uno dei primi skilift della zona.Immaginatevi,ai primi di luglio la neve!Lesto uscì l'albergatore,o chi per esso,richiamando il prete affinchè ci ordinasse a non andare a pestare l'immacolata coltre,che sarebbe servita a qualche ritardatario e rarissimo sciatore forestiero.Venne mezzogiorno ed il cartoccio era già stato fucilato da un pezzo,per cui,ci si doveva procurare qualche cibaria sul luogo.Ma non c'era niente.Ma tutto era stato calcolato.Don Attilio,aveva previsto una sosta ad un collegio gestito da frati,oltre la cima,dove per 5o lire ,,ci avrebbero ristorato con una zuppa.Eravamo attorno ad un picco,sulla cima del quale,una sagoma di aereo in compensato,di notevoli dimensioni,era imperniato come segna vento.Un sentiero conduceva al collegio,che era su un poggio e si scorgeva bene.Pure un campetto di calcio,dove una torma di ragazzini,in SAIO,giocava a pallone.Non so perchè guardai per terra e vidi un rotolino di carta.Lo raccolsi.MERAVIGLIA!Erano ben 250 lire arrotolate.Due biglietti da 100 rossi,ed uno verde da 5o.La mamma mi aveva dotato di 100 lire,avendole detto il prete del refettorio dei frati.Ma a me spiaceva spendere i soldi per una ciotola di minestra.Quelle cento lire mi avrebbero fornito due settimane di gomme americane!Ora non avevo problemi,ero diventato ricco d'un botto,sebbene avrei dovuto segnalare del ritrovamento il curato.Ma tacitai la mia coscienza catechizzata,e mantenni il segreto.Fino adesso.La giornata,nel mio ricordo,era splendida,calda al punto giusto,tanto che nelle varie soste che facemmo,non la smettemmo mai di correre e saltare.Al ritorno,dopo tutti i salti che facemmo eravamo distrutti.Distrutti ma paghi.Arrivammo sul sagrato dal quale eravamo partiti,secondo l'orario stabilito,tanto che una folla di mamme e papà trepidanti ci stava ad aspettare.Ma avevamo tutte le gambe molli noi bambini,era stata TROPPA quella giornata,per cui filammo in fretta a casa sognando il letto.Ce ne sarebbe stato di tempo a raccontare di quel meraviglioso viaggio,poi.E così fu.In effetto son passati più di 50 anni,e come vedete,ancora ne parlo.PROVATE A CHIEDERE AD UN BAMBINO D'OGGI DOVE E' STATO IN VACANZA QUEST'ESTATE.PENSATE CONSERVI LO "STUPORE"INGENUO CHE UN VECCHIO COME ME,ANCORA CONSERVA?
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